Nel cuore della bellissima Bologna c’è il Museo Archeologico, che ospita la mostra “Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna”, visitabile fino al prossimo 29 novembre.
Gli Etruschi sono accompagnati spesso da presunti misteri legati al problema delle origini e al tema della lingua. Abbiamo poche fonti scritte che ci parlano di loro e quelle che abbiamo sono indirette, ma l’archeologia continua ad arricchirci di nuove acquisizioni.
I curatori della mostra hanno pensato di raccontare gli Etruschi (i Rasna) attraverso un viaggio nei territori interessati dalla loro presenza. In particolare sono stati privilegiati i centri che hanno restituito del materiale archeologico, proveniente anche da nuovi scavi e ricerche recenti, per delineare una visione aggiornata di questo popolo.
I temi sviluppati nel percorso museale, che ha adattato il taglio in base alla documentazione del centro interessato, sono:
- la città nel suo momento formativo e nella sua successiva strutturazione sia politica che urbanistica;
- l’artigianato;
- la produzione artistica;
- i commerci e le relazioni culturali;
- la ritualità funeraria;
- il rapporto degli Etruschi con le altre realtà dell’Italia antica.
Nella prima sezione della mostra, per introdurci nelle terre dei Rasna, veniamo accolti da testi e illustrazioni di volumi del ‘700 che ci ricordano che la curiosità per gli Etruschi ha radici lontane. L’anteprima del viaggio, che si aprirà dopo questa breve introduzione, continua con reperti provenienti dalle necropoli del IX sec. a.C. che ci raccontano le origini della civiltà etrusca. Sono principalmente vasi biconici, che conservavano le ceneri del defunto - in questo periodo il tipo di ritualità è l’incenerazione- e il corredo che ci descrive i tratti della persona – ad esempio i rasoi sono indicatori di una tomba maschile, invece le fusaiole sono un indicatore femminile-.
Proseguiamo nei secoli, dalla fine del IX alla seconda metà dell’VIII, e comprendiamo che questo periodo ha visto i grandi centri munirsi di apparati difensivi e di strutture riconosciute come sedi del potere politico e sacrale, inoltre si denotano delle differenziazioni sociali, quindi economiche, riscontrabili nei corredi funerari.
Dalla seconda metà dell’VIII sec. l’Etruria avvia rapporti intensi con Greci e Fenici e ciò è testimoniato per esempio da ceramica di fabbricazione greca legata al consumo del vino.
A partire dal VII sec. l’influenza di questi contatti si rispecchia anche nelle architetture palazziali, dove le parti ornamentali di copertura (gli acroteri) assumono significati simbolici legati al mondo del Vicino Oriente e al mondo greco. Ancora, nei corredi funerari troviamo oggetti - come gioielli in metallo prezioso, strumenti per la scrittura, vasi importati- che testimoniano i prolungati rapporti con la Grecia.
Da queste relazioni, i Rasna assimilano - e ne usano come vanto aristocratico- il patrimonio mitico, così sui vasi prodotti in questo periodo vediamo la comparsa di episodi di storie come quelle di Teseo, di Ulisse e di Achille.
Nel VI sec. a.C. il potere principesco viene sostituito da nuovi ceti sociali composti da genti legate principalmente al commercio e alle attività produttive. Le necropoli non ostentano più in strutture architettoniche aristocratiche, troviamo però sontuosità all’interno delle tombe dove vengono ritratti temi come il simposio, ed elementi simbolici – l’edera, riferibile alla sfera ottica dionisiaca, le onde del mare come metafora della morte o del viaggio verso gli inferi, il tuffo come simbolo di morte e rinascita- tutti riflessi dell’arte greca.
Con questa riorganizzazione sociale nascono gli empori: centri in cui giungono e partono le merci.
Una crisi politico-sociale investe l’Etruria meridionale nel V sec. a.C., che si chiude in un sistema oligarchico che deprime le attività su cui si basava la crescita del ceto produttivo. A beneficiare di questa situazione sono l’Etruria centro settentrionale (nonostante si regga su un’economia basata sull’agricoltura, gode di questi cambiamenti nelle rotte commerciali internazionali) e l’Etruria padana, perché arrivano in quest’area le importazioni del mondo greco.
A partire dal IV sec. l’Etruria passa nella sfera dell’egemonia romana. Il carattere etrusco dei costumi, dei riti e dei monumenti resta però vivo per tutto il II sec. a.C., fino a quando vediamo un’assimilazione delle forme ideologiche diffuse a Roma, come per esempio l’uso delle statue ritratto.
Terminata la sequenza delle epoche che hanno caratterizzato la civiltà etrusca, inizia il vero viaggio nelle terre dei Rasna.
L’itinerario che vi aspetta racconterà:
l’Etruria Meridionale
l’ Etruria Campana
l’ Etruria interna tiberina
l’ Etruria Settentrinale
l’ Etruria Padana
I tempi di permanenza alla visita possono variare, considererei per gli appassionati e addetti ai lavori (da) 3 ore.
Per le famiglie credo possiate vederla in 1 ora e mezza circa.
Per rendere la visita un’esperienza divertente con i bambini e per avvicinarli a questa civiltà consiglierei di soffermarvi in particolare su alcuni reperti, tra questi ci sono oggetti che conosciamo perché tutt’oggi in uso.
(N.b. questa è una personale e limitata selezione di 1400 oggetti circa, esposti alla mostra)
- OSSUARIO BICONICO CON SCODELLA, OSSUARIO BICONICO CON ELMO, URNA A CAPANNA (sezione Il tempo dei Rasna) – Contenitori tipici del IX sec. nei quali venivano conservate le ceneri dei defunti. Dai corredi capiamo se la tomba è maschile o femminile (ad esempio fibule, spilloni e rasoi sono attribuibili ad un maschio adulto, le fusaiole sono indicatori femminili) e il rango sociale.
- IL GRUPPO DI TAZZE DEL DEPOSITO VOTIVO DI POPULONIA (sezione Il tempo dei Rasna) – Tazze utilizzate in una cerimonia per l’edificazione di un’imponente struttura, probabilmente la “casa del Re”.
- COPPA SU PIEDE CON GRAFFITO – Se guardate bene, vedete un nave e un uomo in mare. Quale storia del passato vi viene in mente? Si ipotizza ad una scena del naufragio di Ulisse (sezione Il tempo dei Rasna)
- DUE FERMATRECCE IN BRONZO (sezione Il tempo dei Rasna)– antenati degli elastici per capelli.
- ROCCHETTI (sezione Il tempo dei Rasna) – un tempo erano fatti con l’argilla, oggi li abbiamo in plastica o cartone e servono per avvolgere il filo per cucire.
- LAMINETTE CIRCOLARI IN ORO (sezione Il tempo dei Rasna) – Destinate ad essere applicate sul tessuto per impreziosire la veste. Le antenate delle paiettes.
- TAVOLETTA SCRITTORIA, STILI, RASOIO (sezione Il tempo dei Rasna)- La tavoletta veniva cosparsa di cera. Per scrivere, al posto delle biro, utilizzavano gli stili. Per cancellare? Niente gomma, si usavano i raschiatoi.
- LAMINE D’ORO DEL TEMPIO B, TABULA CORTONENSIS (sezione Il tempo dei Rasna)- Com’erano i caratteri etruschi? Potete osservarli nelle tavolette del Tempio B – quelle esposte in mostra sono una copia- registrano la dedica del tempio alla dea Uni da parte del re, e alcune azioni di carattere sacro. La Tabula Cortonensis, una lamina in bronzo incisa con un’iscrizione giuridica, grazie alla lunghezza del testo ha reso noti 27 nuovi vocaboli etruschi.
- OINOCHOE (sezione Il tempo dei Rasna)- Il bucchero è il caratteristico vasellame etrusco, di colore nero lucido e privo di vernice esterna. Il consumo del vino fu introdotto in Etruria tramite il mondo greco, e così anche le forme del vasellame utilizzate per il vino, come l’oinochoe.
- KOUROTROPHOS (sezione Il tempo dei Rasna)- Sono statuette raffiguranti delle donne sedute con in grembo un bambino donate alla divinità per ottenere protezione per la prole.
- PUTTO CARRARA (sezione Etruria meridionale)- Dovrete osservare bene il fanciullo perché vedrete qualcosa di strano... Il viso ha tratti maturi, per questo motivo si ipotizza che la statua rappresenti il mitico Tagete, il bambino sapiente come un vecchio. Il fanciullo sarebbe nato da un solco profondo tracciato da un aratro nella campagna di Tarquinia e avrebbe impartito i principi della religione etrusca. Cosa porta al collo il ragazzo? Una bulla, il caratteristico ciondolo contenente un amuleto.
- MASCHERA-VISIERA DI UOMO BARBATO (sezione Etruria meridionale)- Maschera impiegata presumibilmente durante il rituale funerario. E’ un reperto raro, ad oggi è il primo rinvenuto in area etrusca.
- BAMBOLE di terracotta (sezione Etruria campana) – L’uso di offrire delle bambole ( palla, strumenti musicali o giocattoli sonori) alle divinità durante il rito nuziale, simboleggiava il passaggio dalla fanciullezza al mondo degli adulti.
- OSCILLO (Oscillum in latino), (sezione Etruria campana) – Mascherine che venivano appesi sugli alberi o all’architrave dei porticati per ragioni decorative o per pratiche magiche o cultuali.
- MODELLINO fittile di edificio (sezione Etruria campana)- Modellini di templi vengono ritrovati tra i doni votivi. L’importanza di questi oggetti consiste nel darci informazioni sull’architettura degli edifici sacri.
- BALSAMARIO PITECOMORFO (sezione Etruria interna tiberina) – Un portaprofumo a forma di coppia di scimmiette, una mamma che bacia il suo piccolo.
- TRIDENTE (sezione Etruria settentrionale) – Un vero e proprio simbolo di potere: uno scettro.
- ANCORA (sezione Etruria settentrionale)- Oggi troviamo questo organo in ferro o in alluminio e serve per dare un solido attracco alle imbarcazioni facendo presa sul fondo delle acque.
- SCANDAGLIO (sezione Etruria settentrionale)- Pensate che oggi questo strumento, che serve per misurare la profondità delle acque, lo troviamo anche con una tecnologia digitale.
- DOPPIA FIASCA (sezione Etruria settentrionale) – Un’ antenata della borraccia. In particolare, questo recipiente è originale perché è costituito da due colli.
- TESSUTO (sezione Etruria padana)- Seppur di pochi centimetri, è pervenuto a noi un piccolo frammento di tessuto, che è un materiale facilmente deteriorabile.
- FUSO in ambra (sezione Etruria padana)- Il fuso, solitamente fatto di legno, serve per torcere il filo. Quello proveniente dalla tomba 23/2005 della necropoli Lippi di Verrucchio (Rimini) è integro e in bronzo e ambra.
- FIBULA AD ARCO DI VERGA con due strumenti da toletta (sezione Etruria padana)- Una spilla particolare perché appesi all’ago ci sono due nettaunghie, per una manicure d’altri tempi.
Come già detto, questa è una piccolissima selezione personale della ricchissima varietà di reperti esposti alla mostra “Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna” di Bologna. Ho scelto di segnalarvi questi oggetti perché non vi sfuggano guardando le vetrine – o da far notare ai bambini se siete in loro compagnia- , altri oggetti - come armi, armature, acroteri, fibule, vasi, sarcofagi e sepolture- cattureranno certamente la vostra attenzione, motivo per cui non li ho indicati in questo elenco.
Il progetto di allestimento museale - curato dall’Architetto Paolo Capponcelli di PAN studio- vi coinvolgerà in un percorso arricchente. Le aree sono corredate da testi, da ricostruzioni scenografiche (anche con materiali archeologici) e da proiezioni virtuali che vi faranno vivere un viaggio coinvolgente ed immersivo nelle terre dei Rasna.
A fianco della biglietteria trovate il bookshop, con una vasta proposta di titoli di etruscologia, e con qualche titolo rivolto ai visitatori più giovani.
Il catalogo della mostra è a cura di Electa.
Via dell'Archiginnasio, 2
Lun, Mer, Giov, Ven: 09:00 – 18.00
Sab, Dom: 10:00 – 20.00
Chiuso martedì
Servizi educativi a cura di Aster - Info e prenotazioni: +39.051.7168807
Possibilità di acquistare il servizio di audio guida.
Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna
fino al 29 novembre 2020
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Anna Bossi (venerdì, 31 gennaio 2020 13:22)
Articolo con informazioni molto interessanti e coinvolgenti sia per gli insegnanti sia per i ragazzini.
Gloria Carraro- Vivi l'Archeologia (venerdì, 31 gennaio 2020 16:37)
Grazie Anna per aver lasciato il commento e felice che tu l'abbia trovato interessante. Alla prossima, Gloria