Vita a bordo di una nave romana| Il Museo delle Navi antiche di Pisa

Foto di Gloria Carraro
Foto di Gloria Carraro

 

Vi piacerebbe conoscere i segreti di un’imbarcazione ?

E le abitudini dei marinai?

Vi piacerebbe salpare per un viaggio nel Mediterraneo per scoprire le rotte degli antichi Romani?

C’è un museo a Pisa che può farvi fare un viaggio nel tempo: il Museo delle Navi Antiche. Un museo che svela mezzi, abitudini e altre curiosità di barche e marinai Romani.

 

Un video che parla ai fanciulli della vita a bordo di un'imbarcazione romana. 

 

 

La vita a bordo

Nella marineria ci sono superstizioni conosciute in tutto il mondo, alcune di queste sono :

  • non devi mai dire che c’è poco vento perché potresti chiamare una tempesta;
  • non devi portare a bordo l’ombrello perché attireresti la pioggia;
  • al varo, rompere la bottiglia (sulla prua o sulla chiglia) al primo colpo, se no potrebbe essere un’imbarcazione sfortunata.

Cosa sappiamo delle superstizioni degli antichi Romani? Prima di salpare, e come per ogni azione umana, gli antichi Romani si rivolgevano agli dèi. Per affrontare la paura del mare c'erano devozioni e superstizioni. Passeggeri e marinai portavano a bordo oggetti legati al culto, come statuette delle divinità e piccoli altarini per i riti. Per non attirare la disavventura, a bordo vigeva il divieto di tagliarsi unghie, praticare atti sessuali, giurare.

 

“Ma chi sono coloro che si radevano”, chiese “questa notte, al chiaro di luna?” Due jettatori, di sicuro! Infatti ho sempre sentito dire che in navigazione non si deve tagliar mai né unghie né un capello a meno che il vento non infuri” (Satyricon, 105)

(Spoiler: La cattiva sorte era a bordo perché la nave si inabissò)

 

Come portafortuna per l’imbarcazione, i Romani mettevano una moneta forata sotto l’albero maestro (vedi in Sala VIII, Moneta forata dalla scassa dell’Alkedo).

Moneta forata dalla scassa dell'Alkedo, Età augustea - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Moneta forata dalla scassa dell'Alkedo, Età augustea - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)

Oggigiorno conosciamo -per via della pubblicità o perché l’abbiamo provato - le comodità che un’imbarcazione può offrire: dal piccolo natante che ha il fornello a gas -magari inserito in un piccola cucina-, alla nave con numerosi ristoranti a bordo che offrono gustosi menù e bevande illimitate per tutto il giorno.

Ma un tempo cucinavano? E che strumenti avevano?

Su una barca romana è possibile trovare delle piastre di terracotta - come ad esempio delle tegole –, oppure dei fornelletti composti da un olla sotto la quale veniva posta una fiammella (un antenato del fornelletto da campeggio).

I relitti ritrovati hanno rilevato l’esistenza della cambusa -una dispensa per gli alimenti – ma dobbiamo immaginare le condizioni in cui viaggiavano, quindi si ipotizza che l’alimentazione a bordo consistesse in cibi conservati sotto sale (in sala VIII, vedi Anfora contenente conserva di pesce) e gli unici viveri freschi erano reperibili durante gli scali, l’alternativa era la pésca, come racconta Petronio attraverso le parole del personaggio Gitone nel Satyricon (I sec. d.C.):

 

“(…) un’improvvisa bonaccia fece arrestare la navigazione, qualcuno ne approfittò per catturare con la fiocina i pesci che guizzavano fuori dell’acqua, ed altri per pescarli con la lenza”. (Satyricon, 109)

 

Anfora con conserva di pesce, Età augustea - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Anfora con conserva di pesce, Età augustea - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)

 

Se consideriamo ancora le navi da crociare, che propongono il meglio dell’intrattenimento a bordo, con feste, giochi, spettacoli, musica e balli durante il soggiorno -e probabilmente non hai un attimo di tempo libero-, pensiamo invece a come ingannavano il tempo gli antichi Romani.

 

Tra i reperti esposti al Museo delle Navi di Pisa potete vedere come marinai e passeggeri si intrattenevano a bordo, nelle vetrine sono presenti giochi da tavolo (dadi e pedine di pasta di vetro -tipo scacchi-) e giochi per bambini (cavallino in ceramica e fischietti). Ovviamente i marinai dovevano svolgere quotidianamente altre attività, come pulire i ponti delle navi e riparare reti e vele. 

 

Giochi in ceramica dalle Navi, I-III sec. d.C. - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Giochi in ceramica dalle Navi, I-III sec. d.C. - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)

 

Chissà come doveva essere la vita a bordo di un imbarcazione romana, di notte, quando tutto era buio. Noi oggi siamo abituati all'illuminazione, sfuggiamo dall'inquinamento luminoso e cerchiamo il buio profondo per godere dello spettacolo del cielo ma un tempo come affrontavano gli uomini l'oscurità?

Dai reperti archeologi sappiamo che gli antichi Romani portavano a bordo le lucerne. Lampade di ceramica con un sistema di illuminazione costituito da uno stoppino, che fuoriusciva dal becco della lampada, alimentato con grasso o olio tramite un serbatoio.

La notte però era anche un momento per mantenere la rotta, perché grazie alle costellazioni i marinai si orientavano in mare (in sala VII un filmato svela le tecniche usate in mare per determinare le rotte).

 

Lucerne dallo scavo delle Navi - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Lucerne dallo scavo delle Navi - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)

 

Il Museo delle Navi può raccontare abitudini, curiosità, e numerose storie attraverso le testimonianze materiali. Una di queste è quella di un marinaio e il suo cane. I loro resti sono stati ritrovati vicino ad una nave, per questo motivo si è ipotizzato che l’uomo tentò di salvare l'animale travolto dall’ondata di un’alluvione. 

 

Resti del marinaio e del suo cane - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Resti del marinaio e del suo cane - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)

 

Il Museo

Le antiche navi romane e i numerosi reperti sono esposti negli ambienti che un tempo erano gli Arsenali Medicei. Cosimo I de’ Medici istituì nel 1562 l’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano per difendere le rotte commerciali e all'interno degli Arsenali veniva costruita la flotta dell’Ordine.

All’esterno della struttura museale -verso l’Arno - ci sono delle lapidi che raccontano la storia della flotta toscana. 

 

Sale del Museo Archeologico di Pisa - Museo delle Navi Anriche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Sale del Museo Archeologico di Pisa - Museo delle Navi Anriche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)

 

Com’è organizzato il Museo?

Ricordo ancora, quando al tg, nel ‘98, annunciarono la notizia del ritrovamento delle navi avvenuto durante uno scavo della stazione ferroviaria a San Rossore. Fin da subito risultò una scoperta eccezionale perché conservava arredi, strumenti, carichi, strutture, sartiame, vestiti e oggetti personali di marinai e passeggeri.

Dal ritrovamento all’esposizione museale sono passati venti anni di ricerche, e il museo viene inaugurato a giugno 2019.

Il Museo delle Navi di Pisa è un museo nuovo e moderno. Grazie alle scelte espositive, che hanno abbattuto il più possibile le barriere visibili, vi sentirete parte dell’equipaggio di bordo. Ma vediamo com'è organizzato.

La struttura delle stalle -dove stanziavano i cavalli dei Cavalieri di Santo Stefano - non concedeva molte possibilità di scelta espositiva ma il risultato è piacevolissimo. Entrare nei box dei cavalli (dove si vedono ancora gli abbeveratoi e le mangiatoie) e osservare video, reperti o ricostruzioni, dà la sensazione di una narrazione a microcapitoli.

Il Museo dedica le prime due sale al Museo Archeologico della città di Pisa con reperti dall’Età del Rame (XIX sec. a.C.), l’Età del Ferro (X sec. a.C.) - con la quale inizia la storia della città di Pisa etrusca -, l’epoca romana (II sec. a.C.), e conclude con oggetti del periodo longobardo (VII sec. d.C). 

 

Pali lignei di capanne, VI sec. a.C. , Museo Archeologico - Museo delle Navi di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Pali lignei di capanne, VI sec. a.C. , Museo Archeologico - Museo delle Navi di Pisa (Foto di Gloria Carraro)

 

La sala III esamina le alluvioni che hanno colpito l’area pisana in un arco temporale di 1200 anni e in particolare un filmato racconta il naufragio della nave Alkedo - i cui resti li troveremo due sale dopo. In questa sala vengono affrontati altri argomenti quali ad esempio la metodologia della ricerca e lo scavo archeologico.

 

Metodologia della ricerca, video sala III - Museo delle Navi Antiche di Pisa
Metodologia della ricerca, video sala III - Museo delle Navi Antiche di Pisa

 

In sala IV viene raccontato il lavoro di restauro delle navi e le tecniche di costruzione antiche delle imbarcazioni. 

 

Tecniche antiche di costruzione - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Tecniche antiche di costruzione - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)

 

Arriviamo alla sala V che occupa due intere campate degli arsenali con: l’Alkedo - un’imbarcazione da diporto-; navi da guerra; un traghetto fluviale; lintres – erano delle piccole imbarcazioni che servivano a navigare le acque interne pisane. La forma ricorda le gondole veneziane; un barcone fluviale; parti di altre imbarcazioni recuperate parzialmente o testimoniate dal carico.

 

Nave "I", V sec. d.C. - Museo delle Navi di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Nave "I", V sec. d.C. - Museo delle Navi di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Carico di una Nave, I sec. d.C. - Museo delle Navi di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Carico di una Nave, I sec. d.C. - Museo delle Navi di Pisa (Foto di Gloria Carraro)

 

La sala VI è dedicata ai commerci, e se vi siete chiesti quali fossero i contenitori, le chiusure degli imballaggi per trasportare le merci, questa sezione soddisferà le vostre curiosità (per esempio, sapete che i romani usavano già le etichette per contraddistinguere i prodotti contenuti nelle anfore e per distinguere chi era il produttore della merce?)

Una grande parete espone le varie tipologie di anfore attestate a Pisa, e su uno schermo troverete le schede che vi indicheranno ciò che era contenuto all’interno.  

 

Parete allestita con le diverse tipologie di anfore rivenute a Pisa - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Parete allestita con le diverse tipologie di anfore rivenute a Pisa - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Tappi per sigillare le anfore - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Tappi per sigillare le anfore - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)

 

La sala VII affronta il tema della tecnologia impiegata a bordo delle navi. Il cantiere delle Navi Antiche ha restituito molto materiale che ha permesso di ricostruire il sistema che era alla base delle vele, e capire come erano timoni, remi e ancore e come venivano utilizzati.

Sempre nella stessa sezione viene affrontato l’argomento delle pratiche per determinare la rotta. Un piccolo planetario illustra le tecniche di orientamento in mare e uno schermo - come quelli nelle stazioni o negli aeroporti- indica i tempi di percorrenza stimati per raggiungere una delle località indicate. 

 

Mezzomarinaio, I sec. d.C. - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Mezzomarinaio, I sec. d.C. - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Ancora lignea della Nave "A", II sec. d.C. - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Ancora lignea della Nave "A", II sec. d.C. - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Schermo che indica la durata dei viaggi - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Schermo che indica la durata dei viaggi - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)

 

L’ultima sala (VIII) ci svela come era la vita a bordo di una nave, qual era l’illuminazione di bordo, come si cucinava e qual era l’alimentazione; i culti e le superstizioni; le attività quotidiane.

In esposizione anche un bagaglio di un marinaio, con all’interno conservati gli oggetti che potevano essere utili durante il viaggio: utensili per accendere il fuoco, stili scrittori, 171 monete bronzee e la loro “sacca” in vimini, una sostanza medicamentosa per ferite e malanni.  

 

Ara miniaturistica, II sec. a.C. - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Ara miniaturistica, II sec. a.C. - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Bruciaprofumi, II sec. a.C. - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)
Bruciaprofumi, II sec. a.C. - Museo delle Navi Antiche di Pisa (Foto di Gloria Carraro)

 

Terminata la visita al Museo, per uscire si passerà dal bookshop che, oltre ad alcuni gadget e il catalogo del museo, ha in vendita le pubblicazioni scientifiche dello scavo delle Navi Antiche di Pisa, testi legati agli antichi Romani e anche un’offerta di libri per bambini.

 

Bookshop del Museo delle Navi Antiche di Pisa
Bookshop del Museo delle Navi Antiche di Pisa
Catalogo del Museo delle Navi Antiche di Pisa, a cura di Pacini Editore
Catalogo del Museo delle Navi Antiche di Pisa, a cura di Pacini Editore

 

Se visiterete il Museo in autonomia (cioè senza visita guidata) e in compagnia di bambini, essendo molto ricco di reperti e quindi argomenti, forse è meglio concentrare la vostra visita alle sale dedicate alle Navi (partendo dalla sala III) -ovviamente non perché non sia interessante conoscere la storia di Pisa ma il percorso potrebbe diventare molto impegnativo per i bambini.

 

Credetemi, fate tappa al Museo delle Navi antiche di Pisa perché sarà come fare un viaggio in mare in un tempo lontano... senza avere il mal di mare.

 

Buon vento!

 

Ingresso Museo delle Navi Antiche di Pisa
Ingresso Museo delle Navi Antiche di Pisa

Un video che parla ai fanciulli della vita a bordo di un'imbarcazione romana. 

MUSEO DELLE NAVI ANTICHE DI PISA

Lungarno Ranieri Simonelli 16, Pisa 

 

Orari di apertura e servizi a disposizione da verificare qui.

 

 

 

 

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